venerdì 4 ottobre 2013

E SE NON C'È PIÙ NESSUNO A GUARDARE?


Holy motors


Amore è azione. Una danza convulsa e innervata da Modern love di David Bowie, di corsa attraverso i marciapiedi di un arrondissement nelle retrovie di Parigi, lo stesso ragazzo che traghetta Anna di là dalla strada, in braccio perché è scalza e l’asfalto scotta, le sue braccia che sollevano e ribaltano un maggiolone parcheggiato fuori dall’albergo, dopo averla salutata, il telefono di lei che squilla, la sua voce muta risponde:
                                                                
Devo proprio dirtelo… io sento per te… quando mi sei vicina è come se io fossi vicino a tutti, da moltissimo tempo
no non è la vita o forse sì, ma non me ne importa 
non è la vita anna è te che amo vedrai, ora metto giù. (Mauvais sang)

O consumare le suole di scarpe insaziabili in un peregrinaggio metropolitano, rabdomantico e inesausto, per trovare tregua da una storia appena finita e incontrare nuovamente la persona che ci rapisce. Nella festa centro di gravità di Boy meets girl. Alex finirà per non contenere il proprio stato d’animo e riversare su Mireille la portata travolgente del suo essere, in una parresia vertiginosa. Con un’urgenza e una necessità che non sono mai egoistica ricerca di salvezza ma salto nel vuoto, innocente e religioso abbandono.

mercoledì 19 giugno 2013

BLACK MIRROR




Shot by a security camera
You can’t watch your own image
And also look yourself in the eye
Black Mirror, Black Mirror, Black Mirror 3


Non è troppo complesso né tantomeno inutile immaginare l’esasperazione di alcuni costumi inveterati delle società 2.0. E il parossismo dei risultati può aiutare a fare luce sullo stato attuale delle cose.
Che impatto ha sulla memoria la pratica di convertire costantemente la realtà in immagini e condividerla grazie a smartphone e surrogati?
Come può “evolvere” lo spettacolare linciaggio mediatico messo in atto da tutte le trasmissioni televisive che speculano sulle miserie altrui per soddisfare la morbosità in cui, noi che guardiamo, continuiamo a riversare l’orrore per noi stessi? 2
Che rapporto c’è tra la nostra identità reale e la versione virtuale affidata alla rete tramite socialnetwork e altre attività di comunicazione – mail, chat, blog ecc.? E quali saranno i nuovi modi di commercializzarla?
O ultimo (e primo) può la società dello spettacolo ipertecnologizzata utilizzare i propri schermi per guardarsi allo specchio e sbugiardarsi?

domenica 10 febbraio 2013

LOS DETECTIVES SALVAJES

Appunti incompleti e disordinati. 




La prima volta che ho avuto tra le mani un libro di Bolaño mi ha portato via la potenza dell’abbandono. Si finisce inghiottiti in un vortice che sembra impreciso e pretende di essere seguito nelle sue sbavature. La forza dei due romanzi-mondo dell’autore cileno – i detective e 2666 – è in buona parte lì. Sono così tanti i personaggi, le storie e le circostanze che si intersecano, da richiedere un’imprecisione programmatica. È il prezzo di un’impresa che non vuole estromettere alcuni caratteri tipici dell’esperienza: il disordine, l’imprevedibilità, l’ignoto e la follia.

I
All’inizio dei detective selvaggi siamo catapultati nel mare di città del Messico, piantoniamo un bar dopo l’altro, naufraghiamo per i suoi quartieri, Bucareli, Reforma e Coyoacan, attraverso il racconto diaristico del diciassettenne Garcia Madero. Seguiamo la sua iniziazione mentre diserta l’università, incontra amici, mentori e amanti.
La schiera di pseudo poeti che gravitano intorno al realvisceralismo gli apre le porte di casa e lo precipita nel pellegrinaggio metropolitano a tempo pieno. Passa intere giornate a leggere all’Encrucijada Veracruzana, annota tutto, dorme dove capita, senza sapere cosa gli succederà durante il giorno, con che soldi mangerà. Rincorre rapito i due fondatori del movimento.

sabato 29 dicembre 2012

IO MI OPPONGO

50 anni fa usciva La vita agra, brucio il 2012 con un ricordo di Luciano Bianciardi.



Un uomo nato in Toscana racconta la sua migrazione al nord. Sono i “miracolosi” anni ‘60 e Milano è l’avamposto del cambiamento.
Si sistema alla Braida del Guercio (Brera), isola bohème nel mezzo dell’isteria cittadina. Qui resistono ancora i colori sulle gonne e sulle guance delle studentesse di belle arti, e nelle osterie e nei bar si affollano i sogni di pittori, fotografi e poeti che tirano l’alba a straparole e vinaccio. Vive in una stanza doppia, umida e stretta, dalle pareti sottili passano i colpi di tosse dei pelotari con la bronchite cronica e i litigi dei giornalisti affamati. Tutti a pigione dalla vedova De Sio che sbarca a stento il lunario con due figlie malmaritate per casa.

Fuori dalla Braida invece soffia un vento ostile e la fretta scandisce la marcia dei passanti accecati dal lavoro. Mal si addice a questo ritmo il suo passo strascicato e incerto. Mani affondate nelle tasche, nessuna meta, il narratore importa al nord quel camminare per camminare, seguire i pensieri, perdersi che in città è perseguito per legge. «Lei camminava lentamente, e si è fermato due volte. Dove andava?» «A passeggio» «Ah si, a passeggio? Lei va a passeggio senza cravatta? Da solo? E non tira dritto per la sua strada? Va così lentamente? e si ferma?»

martedì 4 dicembre 2012

BREAKING BAD? 2

Seconda e ultima parte.













SULLA VIOLENZA
Prendiamo due scene:

Il cortile polveroso di un demolitore. Tra le colonne di rottami si incontrano Eisenberg, Jesse e Tuco. La luce è accecante. Tuco è un pezzo medio del cartello che lavora sulla frontiera tra Messico e States. Tarchiato e teso, dente d’oro e quattro scherani alle spalle. La tensione lega i movimenti dei due bianchi che hanno superato gli intermediari per vendere direttamente al messicano.
Tuco davanti alla maschera di Eisenberg che finge di non tremare, Jesse due passi indietro.
Ride troppo alle richieste dei due. Poi prova la metanfetamina purissima di Eisenberg. Ribalta la testa, si comprime le meningi. Cerca di smaltire il colpo scaricando a terra i nervi. Quando torna in equilibrio chiede il prezzo.
Ma qualcosa va storto, un suo tirapiedi fa una battuta di troppo, lui perde la testa e lo ammazza a pugni. Lo atterra e continua a colpirlo in mezzo agli occhi, il corpo arreso ai sussulti nervosi della morte. Tutto in primo piano, la camicia e il grugno di Tuco coperti del sangue che schizza dal volto maciullato del suo uomo.

domenica 2 dicembre 2012

BRANI Gesti gratuiti

Il primo, strappato da I dispiaceri del vero poliziotto, testo postumo di Bolaño, è la letteratura secondo il professore cileno.

“E cos'è che impararono gli allievi di Amalfitano? Impararono a recitare a voce alta. Mandarono a memoria le due o tre poesie che più amavano per ricordarle e recitarle nei momenti opportuni: funerali, nozze, solitudini. Capirono che un libro era un labirinto e un deserto. Che la cosa più importante del mondo era leggere e viaggiare, forse la stessa cosa, senza fermarsi mai. Che una volta letti gli scrittori uscivano dall'anima delle pietre, che era dove vivevano da morti, e si stabilivano nell'anima dei lettori come in una prigione morbida, ma che poi questa prigione si allargava o scoppiava. Che ogni sistema di scrittura è un tradimento. Che la vera poesia vive tra l'abisso e la sventura e che vicino a casa sua passa la strada maestra dei gesti gratuiti, dell'eleganza degli occhi e della sorte di Marcabruno. Che il principale insegnamento della letteratura era il coraggio, un coraggio strano, come un pozzo di pietra in mezzo a un paesaggio lacustre, un coraggio simile a un vortice e a uno specchio. Che leggere non era più comodo che scrivere. Che leggendo s'imparava a dubitare e a ricordare. Che la memoria era l'amore.” 1




1        Bolaño R., I dispiaceri del vero poliziotto, Adelphi 2011, pagg. 137

giovedì 15 novembre 2012

BREAKING BAD? 1

Breaking bad, appunti in due parti

I FATTI
Walter White compie cinquant’anni. Festeggia in casa, con il figlio e la moglie. Piccoli rituali domestici. Lo vediamo a tavola e a letto. E ci si chiede come può Skyler (la giunone del professor W.) essere incinta.
Seguono le sequenze a scuola e all’autolavaggio, ovunque ha la considerazione di una mosca. Sfottuto in classe, impotente a casa, vessato sul secondo lavoro.
Ma casa White è ancora libera da ipoteche, la piscina sul retro è pulita e piena. Walter junior è all’ultimo anno di college.
Il cielo è sempre terso vicino al deserto.
A parte quando ti diagnosticano un cancro e un buonuscita di sei mesi.